Tekstovi: Non Nobis Domine. Giovinezza. M.A.S. 96.
(testo tratto da "La Canzone del Quarnaro", del Comandante Gabriele d'Annunzio)
Siamo trenta su tre gusci, su tre tavole di ponte:
Secco fegato, cuor duro, cuoia dure, dura fronte,
Mani macchine armi pronte, e la morte a paro paro.
Eia, carne del Carnaro! Eia Eia Alala!
Con un'ostia tricolore ognun s'e comunicato.
Come piaga incrudelita coce il rosso nel costato,
Ed il verde disperato rinforzisce il fiele amaro
Eia, sale del Carnaro! Eia Eia Alala!
Ecco l'isole di sasso che l'ulivo fa d'argento.
Ecco l'irte groppe, gli ossi delle schiene, sottovento.
Dolce e ogni albero stento, ogni sasso arido e caro.
Eia, patria del Carnaro! Eia Eia Alala!
Il lentisco il lauro il mirto fanno incenso alla Levrera.
Monta su per i valloni la fumea di primavera,
Copre tutta la costiera, senza luna e senza faro.
Eia, patria del Carnaro! Eia Eia Alala!
rit.:
Siamo trenta d'una sorte,
E trentuno con la morte.
Eia, l'ultima Alala!
Eia Eia Alala! Eia Eia Alala! Eia Eia Alala!
Il profumo dell'Italia e tra Unie e Promontore,
Da Lussin, da Val d'Augusto vien l'odor di Roma al cuore.
Improvviso nasce un fiore su dal bronzo e dall'acciaro.
Eia, patria del Carnaro! Eia Eia Alala!
Fiume fa le luminarie nunziali. In tutto l'arco
Della notte fuochi e stelle. Sul suo scoglio erto e San Marco,
E da ostro segna il varco alla prua che vede chiaro
Eia, sbarre del Carnaro! Eia Eia Alala!
Da Lussin alla Merlera, da Calluda ad Abazia,
Per il largo e per il lungo torneremo in signoria
D'Istria, Fiume, di Dalmazia, di Ragusa, Zara e Pola
Carne e sangue dell'Italia! Eia Eia Alala!
Dove son gli impiccatori degli Eroi che non scordiamo?
Dove son gli infoibatori della nostra gente sola?
Ruggira per noi il leone, di la raglio di somaro.
Eia, carne del Carnaro! Eia Eia Alala!
rit.
Non Nobis Domine
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